domenica 28 novembre 2010

Vita quotidiana.

Non ne posso piú di elucubrare su tutto.
Succede che siete per strada, per esempio, e vedete (voi e almeno altri trenta milioni di persone nel mondo nello stesso momento, quindi c'é poco da sentirsi speciali) un'immagine che vi colpisce "nel profondo", cosí si dice per amplificare il valore della cazzata che si sta per dire, giusto? Ecco.
Che poi si tratti di una foglia che cade da un albero (bella novitá, se sei a novembre), due innamorati abbracciati (e basta con sto romanticismo di quarta categoria, adesso vanno di moda i limoni in pubblico, vecchi! Aggiornatevi), un bambino che urla (e di solito vorresti sgozzare ma non sei sufficientemente coraggioso per farlo), un negozio chiuso o un topo di fogna che corre, poco importa.
Via col viaggio, nuovo film cult dopo "Via col vento".
E va a finire che ti ritrovi a scrivere mentre cammini, sí avete capito benissimo, MENTRE CAMMINI, per non perdere il succo del trip che ti stai facendo e il resto del mondo ti diagnostica una squilibrata di prim'ordine.
Prendiamo ieri.
Me ne tornavo bel bella verso casa, quando ho sentito una musica natalizia in lontananza. E tac! Come premio Nobel delle banalitá, a cosa ho pensato? Alla mia infanzia. Ragazzi, che fantasia. Ho pensato a quando la banda passava sotto casa, e tutti i musicisti erano vestiti da Babbi Natale, e io e mia sorella lanciavamo i soldi dal balcone (settimo piano, terrei a sottolineare). E non fate quelle facce, al Sud, da me, funzionava cosí. Ed era BELLO.
Invece no, tutta 'sta didascalia commovente l'ho costruita per poi sbattere il muso sulla neo-realtá che mi si é parata davanti: quattro senzatetto che cercavano di rimediare qualche spicciolo suonando un po'. Gente che non se lo puó permettere, il travestimento da Babbo Natale.
Quando la magia va a farsi fottere, perdonatemi la volgaritá.
Cercando, figlia ipocrita del mio tempo, di scacciare questi pensieri tristi da una mente giá debilitata, mi sono allora concentrata su altro.
Con effetti nefasti, ovviamente.
Mi sentivo particolarmente polemica, e ho iniziato a riflettere sull'espressione tanto usuale "vita quotidiana". Ma scusatemi tanto, che diamine di senso ha?! Esiste per caso una vita non quotidiana? Ci si ostina a usarlo, quest'accostamento, e spesso assume una connotazione di routine, noia, cose che si fanno sempre.
Bé, é un errore bell'e buono, secondo me.
Per quello che ne so io, la vita non é mai quotidiana, non ripete, come Paganini. E' per questo che la noia mi fa rabbia, é uno spreco di tempo auto-inflitto. Vabbé, mi sto perdendo come al solito nei meandri delle idiozie che scorrono in sovrimpressione sulla mia corteccia cerebrale.
Esistenzialismo da due soldi, lo definirei.
Quando, poi, il mio sentimentalismo sfrenato viene spento dalle demenziali scene alle quali assisto, in genere al bar, mi dico che devo essere proprio imbecille per lasciarmi ancora prendere dalle favolette che mi disegno in testa.
Stamattina stavo facendo colazione, e al tavolo accanto al mio era seduta la donna che credo sia il sogno dell'intera popolazione maschile del mio quartiere. Altissima, di colore, fisico da paura, capello fluente, sorriso perfetto e occhi di ebano, benvestita, gentile...e sposata. Dettagli, quando é sola.
Se ne stava tranquilla a bere il suo lattecaffé, e nessuno la disturbava, a parte qualche occhiata furtiva ogni tanto, cosí, per una breve scossa di piacere mattutino. Dopo poco lei si é alzata ed é andata al bancone a pagare.
APRITI CIELO (e inghiotti tutti i cascamorti, per favore).
Divertente, e anche un po' patetico, osservare il livello di rimbecillimento degli uomini quando hanno la possibilitá di scambiare due radiografie...scusate, due parole, con una bella signora. Le scuse per attaccare bottone diventano le piú svariate: dal digitale terrestre che io ce l'ho lei ce l'ha noi ce l'abbiamo ebbene ora che abbiamo fatto la conta che abbiamo concluso, al pizzetto del barista che "sí mio padre mi diceva che sembra una fila di formiche". Fammi un favore, taci, tu e quelli come te.
Anzi no, dimmi, piuttosto: come si fa a competere con una tale, lucida idiozia?
E qui, c'é chi dice STOP AL TELEVOTO, chi STOP ALLE TELEFONATE, chi, come me...
STOP AL DEGRADO.

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