mercoledì 22 dicembre 2010

GiocATTOli.

ATTO PRIMO
Mi hai guardata
e ti ho incontrato.
Non te l'aspettavi

e i tuoi occhi sono corsi via da me.

ATTO SECONDO
Ho provato a rincorrerli
volevo riprenderli.

Avevi iniziato tu
presto il gioco s'é invertito

e i miei occhi sono corsi via da te.

ATTO TERZO
Ci siamo divertiti
finché il tempo c'é stato
poi il tempo é scaduto
e cosí sia.

(Sulle nostre carte d'imbarco
destinazioni diverse)

SIPARIO.


Puoi dare le regole che vuoi al gioco
ma la prossima volta
io rompo la clessidra
e trucco i dadi.

giovedì 16 dicembre 2010

L'uomo della mia vita é un fruttivendolo.

Secondo mia madre, l'uomo della mia vita dovrebbe essere un fruttivendolo. Dal suo punto di vista ci sarebbe un risparmio economico notevole, considerate le quintalate di frutta che mangio ogni giorno.
Pensandoci bene, probabilmente non ha tutti i torti, e non solo per questioni di bilancio.

Prendiamo lo stereotipo del fruttivendolo:
-duro lavoratore
-insensibile alle intemperie
-magari non particolarmente istruito (anche se non é detto, certo)
-passa le sue giornate svolgendo un'attivitá piú che altro fisica
-intrattiene fugaci conversazioni sul tempo e su altre banalitá di circostanza

L'uomo perfetto. E vi spiego perché.

1)Che sia un duro lavoratore, va da sé che va benissimo, tanto piú se consideriamo che il fruttivendolo esce di casa molto presto la mattina, quindi lascia campo libero ancor prima che la sua compagna apra gli occhi. Particolare non trascurabile, visto che in questo modo si eviterebbe di vedere il proprio uomo nella sua versione peggiore, appena sveglio (completo di occhi cisposi, fiatella assassina e capello, se c'é, in tutte le direzioni).

2)L'insensibilitá alle intemperie lo rende un potenziale ottimo papá, in grado di portare i marmocchi al parco (tanto, non si sa bene perché, i bambini il freddo non lo sentono) anche quando la temperatura esterna é -7, consentendo alla compagna (freddolosa e stanca dopo una settimana di duro lavoro mentale tipico della donna in carriera) di riposarsi e dedicarsi ai propri hobbies, di qualunque natura essi siano.

3)Questo é il punto nodale. NON PARTICOLARMENTE ISTRUITO. Meraviglioso. Una persona lineare, che se c'é un problema non si perde nei meandri dei discorsi che inizia e che non sa finire, un uomo senza il filtro della cultura eccessiva, che non sia rincoglionito dagli schemi mentali che le sue ENORMI competenze in: ingegneria, architettura, medicina, ecc. gli hanno gentilmente conferito.

4)L'attivitá fisica, se derivante da una passione (e si presuppone che il nostro uomo sia un fruttivendolo APPASSIONATO), non stanca la mente. Almeno, non troppo. Questo permette all'individuo in questione di concentrare le sue attivitá cognitive la sera, quando deve avere a che fare con la sua compagna e i menzionati mocciosi. Avendo accanto un ingegnere, per esempio, ció non é possibile: l'ingegnere E' STANCO, ma a un livello di profonditá che il fruttivendolo se lo sogna. E meno male, dico io. L'ingegnere ha "ragionato" tutto il giorno, perció é del tutto legittimo che la sua corteccia pre-frontale venga cestinata appena varcata la soglia di casa. Sí, come no.

5)Le conversazioni superficiali lasciano il tempo che trovano, mantengono la mente allenata alle relazioni con altri esseri della propria specie, ma, quando caratterizzano tutta una giornata, risvegliano il desiderio di parlare anche d'altro, di approfondire. Ottimo, dal momento che la compagna in carriera, che a differenza dell'uomo in carriera (ingegnere, architetto, ecc.), ha SEMPRE voglia di parlare di sé, di quello che fa, dei bambini e di come crescono, e delle iniziative che la sua azienda promuove, e di quanto si senta realizzata e/o delusa, ecc., sará ben contenta di utilizzare il magico fruttivendolo come contenitore delle proprie esondazioni emotive.


Corollario: la teoria é applicabile anche a mestieri quali muratore, falegname, artigiano e cosí via.


Morale della favola: Se proprio vi serve un uomo, scegliete un fruttivendolo.
Se non vi serve, meglio cosí.