domenica 30 ottobre 2011

Mia mamma

La mia mamma mi ha regalato una sciarpa che aveva comprato per sé.
Gliel'ho vista addosso, l'ho provata e lei me l'ha lasciata.

Adesso ho calore, morbidezza e l'odore più buono del mondo.
La mia mamma è in puro cachemire.

martedì 25 ottobre 2011

ATTILA re delle crostate.

Quando realizzi che il caos in casa tua riflette quello che hai in testa, è troppo tardi. Hai già DEVASTATO la cucina scegliendo il periodo più sbagliato per preparare una crostata ricotta e cioccolato.Quando faccio delle cazzate, mia nonna e mia madre usano quest'espressione:"Mirà, il cervello non ti accompagna." Ovviamente hanno ragione, e non saprei spiegare meglio il concetto.

Ma torniamo alla crostata.
Hai una cena quella sera, hai promesso di portare il dolce, calcoli che hai tre ore di tregua tra l'uscita dall'ufficio e l'ingresso nel centro estetico dove ti hanno giurato che ritornerai donna e presentabile, adorabile connubio.
Questa serie di sfortunate coincidenze ti induce quindi a pensare che:

1)farai la splendida portando un dolce elaborato e non la solita ciambella;

2)la pasta frolla la farai TU, non oserai comprarla già pronta perchè altrimenti il tuo flaccido ego non riuscirà a gonfiarsi a sufficienza;

3)non importa se dovrai calcolare i tempi al millisecondo rischiando di arrivare tardi al centro di scuoiamento.

Trascuriamo l'uscita precipitosa dal lavoro, la corsa fino al supermercato per l'acquisto degli ingredienti e il quarto d'ora di catatonia davanti a Facebook. Routine.
Finalmente inizi la preparazione del magico dessert.
Prendi il pianale in legno che trovi nella credenza, sposti alla bell'e meglio l'iradiddio che c'è sul tavolo della cucina e unisci zucchero e farina. Forse già a questo punto dovresti capire che il pianale è troppo piccolo: l'embrione d'impasto straborda da ogni parte. E invece NO, chissenefrega, spingi e spingi anche da un coniglio può venir fuori un vitello. E' risaputo.
Prosegui imperterrita unendo i due tuorli d'uovo più un uovo intero a quella massa informe; quando hai le mani irrimediabilmente impiastricciate e collose, un lampo di genio ti informa che prima d'iniziare non hai tolto i tre anelli e il bracciale che indossi sempre. Giri allora la testa da una parte all'altra con aria ebete e incredula, probabilmente alla ricerca di una qualsiasi ancora di salvezza, poi ti rendi conto che l'unica soluzione è sfilarli dalle dita (il picco d'intelligenza l'hai già raggiunto con la decisione di utilizzare il pianale in legno. Tutto il resto è storia). Cominci ad avvertire un certo nervosismo, ma continui comunque a dar da mangiare al pavimento impastando la poltiglia giallastra come un'invasata, fino a ottenere un oggetto vagamente tondeggiante che avvolgi nella pellicola e infili nel frigorifero per la mezz'ora necessaria. Evvai, la pasta frolla è fatta. La preparazione del ripieno si rivela molto più semplice, anche perchè ormai quasi tutto quello che c'è da sporcare è già sporco. Alla fine, però, riesci a fare anche di meglio: dopo aver imburrato e infarinato la tortiera (ovviamente imbiancando abbondantemente il lavello,che da volgare campo di battaglia diventa campagna di Russia), ti adoperi per adagiare la frolla che si ribella prepotentemente rompendosi in più punti. Ok, illuminazione numero tre: questa tortiera è troppo grande. Ci sei arrivata, meglio tardi che mai. Replichi la reazione successiva alla scoperta degli anelli e fai ballonzolare la testa da una parte all'altra rendendoti simile a quei cani orrendi che andavano di moda tempo fa. Quelle porcherie che si mettevano sul cruscotto, insomma. Ti risvegli, riappallottoli la pasta frolla che è più stanca di te di tutti 'sti sbattimenti, recuperi un'altra tortiera sporcando anche TUTTE le ante del mobile della cucina, e a metà strada tra isteria e delirio riesci finalmente a completare l'opera e a infornarla.
Hai perso sette anni di vita (volendo essere ottimisti, eh), ne perderai almeno altri sette grazie alle pulizie che ti tocca fare. Scrosta l'impasto incollato al pavimento, al tavolo, al lavello, ai vestiti, all'anima. Elimina le ditate bianche e unte, spazza lava asciuga RESISTI NON MOLLARE DAI CHE CE LA FAI.

Inutile dire che il momento più rilassante della giornata l'hai passato dall'estetista (il che è tutto dire).

(La stramaledetta crostata è venuta buona, comunque). Diciamo che te lo doveva.

lunedì 17 ottobre 2011

Io di politica non ci capisco un cazzo.

Io di politica non ci capisco un cazzo.

Non so cosa vuol dire governare un Paese
non saprei riformare la scuola
non conosco a memoria la Costituzione
non saprei gestire il rapporto tra Stato e Chiesa
non saprei scegliere un buon sistema elettorale
non saprei far quadrare il bilancio dello Stato
non conosco le procedure utilizzate per approvare una nuova legge
non saprei occuparmi di relazioni internazionali
non saprei garantire pari opportunità
non saprei progettare strategie per difendere l'ambiente

e ancora

non so come funziona un centro sociale
non partecipo quasi mai alle manifestazioni in piazza
ammiro vigliaccamente da lontano i pacifici che protestano per giuste cause
non capisco mai se le giuste cause sono veramente giuste.
Non capisco i black bloc, gli antagonisti, gli anarchici
non capisco gli estremisti di sinistra, e neanche quelli di destra
non so neanche se la loro sia politica.
Non so a cosa possa servire
distruggere vetrine
incendiare auto
nè gridare a morte gli sbirri.
Non saprei dire se le cariche della polizia siano indispensabili ogni volta che vengono usate
e non so neppure se tutti i poliziotti usino il manganello solo se costretti a farlo.


Però
ci sono tante altre cose che so.


So cos'è l'onestà
verso se stessi prima di tutto
e verso gli altri dopo
forse è un po' la stessa cosa.

So cos'è il senso di responsabilità
so cos'è l'impegno
e so quanto sia frustrante
non andare da nessuna parte
quando sapevi benissimo dove saresti voluto arrivare.

So com'è sentirsi soddisfatti per un buon lavoro
e so che un sorriso di approvazione
un incoraggiamento
una promozione
un premio economico
non si chiamano incentivi
si chiamano necessità.

So che tra il bianco e il nero
c'è un'infinita scala di grigi.
So che la stanchezza può annebbiare la vista e farlo dimenticare,
ma se riesco a ricordare
che il mio colore preferito
può non essere il tuo
anche quando sarò stanca
saprò che non ho bisogno di convincerti del contrario.

So che donne e uomini non saranno mai uguali
d'altra parte
trovami un uomo che sia uguale a un altro uomo.
So che uguali sono
(dovrebbero essere)
diritti e doveri
e naturalmente
anche i piaceri.

So che il mio pianeta
non è mio
mi sono sempre sentita una sua ospite
e cerco di mantenermi impeccabile e gradita
anche perchè
se l'ospite dopo tre giorni può puzzare
figuriamoci dopo una vita.

Conosco l'importanza della credibilità,
la consapevolezza che se siamo sulla stessa barca
i miei errori diventano i tuoi
e noi non abbiamo alcuna intenzione di affondare.
So che se sbaglio
so riconoscerlo, so chiederti scusa e a volte so anche rimediare.
Una volta si chiamava umiltà
prima che venisse soppiantata
da una moda dilagante
quella di pararsi il culo
soli
o a vicenda.

Capisco l'importanza di una morale
che non sia bigotta
ma difenda la normalità della diversità
un codice di comportamento
che mi lasci la libertà della mia vita privata
senza privarti di scegliere la tua.

So cos'è la violenza,
conosco la rabbia e la voglia di gridare
ma so ancora più forte
che dal primo schiaffo in poi
sarò io ad avere torto.

So che c'è una bella differenza tra il potere e il poter fare.

Conosco bene la mia cultura
e l'orgoglio di essere italiana
ma conosco anche
l'orgoglio di essere un'umana
e quindi

italiana
indiana
argentina
giapponese
australiana
americana
israeliana
palestinese
keniota
russa

e così via.

So quasi sempre
cosa è giusto e cosa è sbagliato
e quando non lo so
mi fermo a pensare
oppure vengo da te
Tizio, Caio o Sempronio
perchè ne sai di più
e io posso imparare.

Conosco le voci dell'ignoranza
della rassegnazione
del disincanto
e so che quando arrivano
qualcosa è andato storto
e non è colpa di nessuno
se la colpa non è di tutti.

Forse io, di politica, un po' ci capisco.

venerdì 14 ottobre 2011

Richieste

Non interrompere l'ascolto delle tue parole

dovresti averlo capito
le amo più dei miei pensieri.

Fai come ti chiedo

incolla il mio orecchio al tuo petto
con la mano coprimi l'altro.

Lasciami sentire

quel movimento di cuore
di muscolo veloce e sicuro
e da lontano le parole
che gli metti vicino.


Componi il silenzio delle cose
che non sono noi.


Dillo al tuo cuore
d'insegnarmi la responsabilità naturale di una vita.


Permettimi

di accompagnarlo a combattere
con quella pazza sicurezza
di chi va avanti senza domande
con la sola convinzione
di rimanere indispensabile

nell'oggi e nel domani.

martedì 4 ottobre 2011

Tempo indeterminato

Cos'è poi l'amore
una cosa semplice;

incontrarti in tempi non sospetti
pensare a tutto
tranne che a te

che scivolavi silenziosamente sui giorni
fino a toccare il più vicino
a uno qualunque dei miei.


C'è voluto poco per volerti
forse ancora meno per amarti.

Se non ti dispiace
mi prendo tutto il tempo che serve

per viverti.