mercoledì 14 marzo 2012

Quando non ci sarà più niente da sognare.

Lascia pure che ti crolli addosso
questo mondo di parole
di fatti consumati
per un motivo o per un altro,

perchè sei stanco
non riesci ad alzarti

neanche quando sei in piedi.

Ti consiglio
un paio di ali posticce
da credere vere

perchè l'unica realtà indispensabile

è quella che non hai ancora sognato
a cui forse darai del tu.

E quando non ci sarà più niente da sognare
sarò lì per strapparti le stesse ali

così,
su due piedi

quelli su cui riprenderai a camminare.

lunedì 12 marzo 2012

Abbiamo i superpoteri!

Chi conosce la webserie di successo Freaks capirà bene cos'è il contagio emotivo pensando al personaggio di Andrea, lo sfattone discotecaro.
Per chi se l'è persa forse è il caso di rimediare perchè non è male e si trova su You Tube aggggratis, ma a parte questo quello che intendo è che il contagio emotivo è davvero un superpotere.

Quant'è bello che se tra me e te c'è feeling, se rido io quasi sicuramente riderai anche tu?

Io lo trovo stupefacente, anche se tengo a precisare che le droghe non c'entrano niente e non vorrei che si perdesse un po' il filo tra stupefacenza e lo sfattone di cui sopra.
Naturalmente sto divagando; il punto è che quando questa cosa del diventare cretini insieme succede tra due persone è già divertente, ma quando si è in cinque diventa un delirio di gruppo e tutto si amplifica ancora di più. Se poi analizziamo uno per uno i soggetti coinvolti, il risultato diventa prevedibile.

Soggetto 1: Femmina, 24 anni.
Descrizione: Si tratta di un esemplare di bell'aspetto, dagli occhi grandi e le tette pure.
Punti di forza: Diplomazia, senso dell'umorismo, generosità.
Aree di miglioramento: Livelli di ansia riguardo a passato-presente-futuro-varieedeventuali da abbassare notevolmente per garantire la sopravvivenza di tutti.

Soggetto 2 : Maschio, 25 anni.
Descrizione: Atletico e biondo, lo sguardo penetrante di Jigen l'amico di Lupin. Gli manca la sigaretta perennemente in bocca.
Punti di forza: Premurosità, disponibilità.
Aree di miglioramento: Definirlo bipolare sarebbe un eufemismo.

Soggetto 3 : Femmina, 24 anni.
Descrizione: Minuta e carinissima, puoi comodamente riporla nella tua borsetta.
Punti di forza: In centimetri metaforici, ha la lingua più lunga del suo metro e cinquanta di altezza.
Aree di miglioramento: Gli ormoni e il bimbaminchismo.

Soggetto 4: Maschio, 31 anni.
Descrizione: Occhi un po' da cinesino e un gran bel latoB.
Punti di forza: Spontaneità, dolcezza, ironia e finiamola qua perchè evidentemente non sono obiettiva.
Aree di miglioramento: Il lavoro che è sempre troppo e una --lieve-- tendenza a inciampare su qualsiasi cosa.

Soggetto 5 : Femmina, 25 anni.
Descrizione: Altitudine e piedi piatti.
Punti di forza: Buona capacità di giocare con le parole, senso dell'umorismo.
Aree di miglioramento: Scusate ma non posso passare il resto della vita a parlare dei miei difetti. Tanto li conoscete.

Ecco, questa era la base di partenza per il delirio generalizzato del week end appena trascorso.
Una casa che sembrava (sembra, in verità, visto che oggi è giorno di lavori forzati) un campo profughi tra letti improvvisati, spargimenti di coperte e piatti da lavare, un terrazzino assolato ispiratore di discorsi impegnati quanto il figlio di Bossi nello studio, e i cinque soggetti protagonisti.

Il momento topico: la colazione.
Viene da chiedersi perchè proprio la colazione. Eh, perchè quando ci si alza si è un po' tutti in stato confusionale, la testa può essere leggera di pensieri evanescenti come vapore acqueo oppure pesante di preoccupazioni come sassi, quindi in entrambi i casi non è che gli stimoli esterni siano particolarmente graditi.

Figuriamoci quando gli stimoli esterni sono esagerati.

Uno inizia immediatamente a parlare che dici elllamiseriaoh, datti una calmata; l'altra sospira e sembra voglia provare ad annegarsi nella tazza piena; un altro prepara il caffè e trova anche il modo di far crollare buona parte delle pentole a terra col conseguente piacevolissimo rumore tipico; un'altra prova a star dietro a tutti ma alla fine ci rinuncia e gioca con la gatta; l'ultima saluta il sole con un bel fanculo rivolto a nessuno in particolare.

E dove starebbe questo contagio emotivo? Qua ognuno si fa i cazzi propri.
E invece no, perchè ogni volta basta il minimo pretesto per scatenare la risata.

Uno dei soggetti, chiaramente di sesso maschile, inizia a bere e masticare rumorosamente davanti alle facce sdegnate delle ragazze. Viene prontamente aggredito (non fisicamente ma quasi) e come i bambini inizia a ridere rischiando di sbrodolarsi come quelle bambole odiose con cui giocano sempre i bambini. Le donne a questo punto vorrebbero mantenere la giusta dose di serietà ma è impossibile e nel giro di dieci secondi tutti ridono e rischiano di morire per soffocamento.

Che poi in una scena così, che c'è di così divertente?
Niente, appunto.

Oppure.
Il sogg.1 ha sempre avuto le mani da madonnina dei quadri (se potessi allegare una diapositiva lo farei, ma facciamo che usate un po' d'immaginazione) e questa caratteristica non si sa bene perchè ma a volte fa ridere fino al vomito.
L'altra mattina, per esempio. E' bastato che uno del gruppo desse l'input indicando a tutti le dita della poveretta, e da lì si è passati facilmente a imitarle (in effetti ogni tanto sembra che le manchino le falangi) arrivando a fare quel movimento di strofinamento delle zampette che fanno le mosche.

Che c'entrano le mosche con le mani delle madonne dei quadri?
Niente, appunto.

E' che quando la complicità raggiunge un picco omogeneo per tutti, si forma un nodo di quel momento preciso.
Un nodo fatto come si deve è difficile da sciogliere, e quello che non farebbe ridere nessuno fa ridere tutti, e soprattutto li farà ridere anche dopo anni solo a ripensarci e - credo - in quasi ogni circostanza.

Se non sono superpoteri questi.

giovedì 8 marzo 2012

I feel like a woman.

Donna

prendi l'infinito
e aggiungi un cromosoma X.

L'universo sembra enorme

ma l'incognita
fa la differenza.