martedì 8 giugno 2010

Eppure non ci sono gabbiani a Parigi.


Chissá perché, amo scrivere di notte; puó darsi che i pensieri si lascino finalmente acchiappare, resi piú docili dal sonno.
Periodo di movimenti, turbolenze emotive e momenti catartici.
Pochi giorni fa, un gabbiano passeggiava indisturbato sul prato del jardin du Luxembourg.
Eppure non ci sono gabbiani a Parigi.
"E' uno a cui piace viaggiare", mi ha suggerito mia mamma con un sms, mentre l'osservavo incuriosita e nelle orecchie mi passava il pianoforte di Ludovico Einaudi. Certo, non ci avevo pensato, che stupida.
Il pennuto ha le ali, non ha bisogno di biglietti aerei e progetti.
Lui, di essere nel posto giusto al momento giusto, se ne frega. E soprattutto, poco importa, dice, che a Parigi non ci sia il mare.
Una pozzanghera puó diventare il piú grande degli oceani, se sai come guardarla.
E' questione di saper scegliere le proprie felicitá, ed essere consapevoli di poterle conservare.
Quel gabbiano sa di poter volare in qualunque momento, ed é tutto ció che gli serve.
Io, per esempio, volo ogni volta che mia nonna mi videochiama, da quando ha imparato a farlo attraverso il computer.
Vedere il suo volto a mille kilometri di distanza, sentirla radiosa per questo nuovo, inatteso regalo, con tutto l'entusiasmo dei suoi settantasette anni e le sue attenzioni al mio, di volto, agli orecchini che porto e che mi chiede di farle vedere, il panorama dalla mia finestra che cerco di mostrarle rischiando di far cadere il pc dal settimo piano, il piacere zuccherino di ascoltarla mentre dice: " Che bella piazza, ah ma c'é traffico, che bei palazzi...", e infine osservarla mentre mi saluta perché mia sorella é in linea e vuole parlare anche con lei.
A queste e altre meraviglie ho pensato, seduta a gambe incrociate di fronte a Notre Dame, in un sabato sera alternativo di solitudine scelta e, per questa ragione, appagante.
Qualche turista intorno, forse, si sará chiesto quale malinconia potesse aver spinto una ragazza a rimanere sola in una notte tersa e mite di giugno parigino.
Cosa potevano mai saperne, loro, di quanto in alto stessi volando?




(Perché se la libertá non é in me, non la troveró in nessun posto.) Fernando Pessoa

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