domenica 27 ottobre 2013

S(coppia)te.

Va bene, non sono nel periodo più adatto per parlare d'amore. E va bene anche che in generale la mia tendenza al dissacrante superi facilmente il livello di guardia...però spiegatemelo una volta per tutte: perché mettersi insieme e ridicolizzarsi davanti al mondo spesso viaggiano sullo stesso treno?
Nel senso, è proprio necessario rincoglionirsi al punto da apprezzare una torta di compleanno con su stampata la foto di te e il tuo lui/lei impegnati in un bacio appassionato, magari in riva al mare al tramonto (tanto per ficcarci dentro quanti più clichés possibili)? E soprattutto mi spiegate dove lo trovano il coraggio per mettere una roba del genere su Facebook come immagine del profilo, come fanno ad andarne orgogliosi? E parenti e amici e conoscenti tutti pronti lì a sparare mi piace come pugni di riso dopo il matrimonio (piuttosto che usarli per accecare entrambi gli sposi)...io mi chiedo tutta 'sta gente...che problemi ha?

Mi sembra doveroso sollevare un quesito: dove si colloca il confine tra l'amore romantico e la trashata spinta? Perché per me un cuore di peluche con su scritto "ti amo" sarebbe un'arma perfetta per soffocare il partner e per qualcun altro invece è un regalo meraviglioso? E non parlo di quindicenni, che in quel caso ci starebbe pure, anche se io l'avrei tirato dietro volentieri anche a quell'età e credo che fosse palese visto che a nessuno è mai venuto in mente di portarmene uno. Qua mi riferisco a gente non dico in età pensionabile, ma a trent'anni figlio mio, dimmelo: cosa vuoi dimostrare? Che sei talmente poco fantasioso che il prossimo regalo sarà un grembiule da cucina? Guarda, se lei o lui non lo usa per strangolarti, è vero amore.

Io dico almeno abbi pietà, per te e per l'altro/a, non pubblicizzare la tua iniziativa.
Intanto non ce ne frega un cazzo che sei innamorato. Cioè buon per te, ma che io lo sappia o meno, sai com'è, non mi cambia la vita. Men che meno sapere QUANTO sei innamorato e QUANTO lo è l'altro. Il livello successivo del degrado inesorabile.
Perché oltre a doversi cuccare la foto che neanche uno a cui avessero strappato a morsi la corteccia cerebrale avrebbe pubblicato, il passo seguente è beccarsi i commenti dei diretti interessati e seguaci di varia natura. Uno sperpero di cuoricini fiorellini sorrisini al limite della legalità (e a questo proposito solleverei un'altra questione rilevante: RESTITUIAMO DIGNITA' A CUORICINI FIORELLINI E SORRISINI), accompagnati da un esubero di vocali finali e punti esclamativi da paranoia oppure, in alternativa, da momenti di solennità.

Un paio di esempi:

Tipologia 1

"Wow! Bellissimiiiiiiiiiiiiiii!!!!! <3 <3 <3 <3"

Tipologia 2

"Splendidi."
(vorrei far notare la solennità che il punto conferisce a una minchiata apocalittica, perché ricordiamo che oltre a essere ridicole rispetto allo scenario, questo genere di fotografie di solito è ancora meno intelligente sul piano delle espressioni facciali dei protagonisti).

Eh vabbé, e qui mi si potrebbe obiettare giustamente che potrei evitare se non proprio di vedere la foto, almeno di leggere quello che ci scrivono sotto, e il problema è che no, non si può combattere contro il gusto dell'orrido. Non ci sono altre spiegazioni se non la fascinazione che l'aberrazione umana mi provoca.

Poi ci sono quelli delle foto a letto, in penombra, con gli sguardi da post-sigaretta-post-coito. Mezza tetta fuori lei, che magari fissa l'obiettivo e non se ne accorge, lui che le rivolge occhi da cinghiale abbattuto, si accorge del mezzo incidente senologico e se ne fotte, forse perché tanto il capezzolo non si vede.
Vorrei soffermarmi ancora un po' sul buon gusto di questo tipo di prodotti social, ma ultimamente mi hanno dato della cinica e non vorrei dare troppe conferme a questo proposito.

Passerei dunque alla categoria dei gelosi, quelli per cui la presenza su Facebook dei loro amori è inaccettabile. Quelli convinti che TUTTI, nessuno escluso, abbiano uno scopo nella vita: portarsi a letto il cesso con cui stanno.
Ecco, questi individui hanno trovato un metodo, che a mio parere è inestimabilmente idiota, per limitare al minimo - dal loro punto di vista - le possibilità che il loro orsacchiotto vada a mettere le zampine dentro un'altra arnia (per dirla in maniera elegante). Nella pratica, li costringono a registrarsi ai social network con NOME+COGNOME + NOMEFIDANZATO/A + COGNOMEFIDANZATO/A.

Da brividi, da reflusso gastro-esofageo, da colite fulminante. Così potresti ritrovarti tra gli "amici" che so, un Andrea Rossi Paola Toschi, oppure un Rita Ascoli Giorgio Pezza. Neanche un trans brasiliano con residui problemi d'identità farebbe una cosa del genere. Che poi, tra l'altro, se ci vuoi scambiare due parole con questi deficienti, non sai mai con chi dei due ti ritrovi a farlo, perché l'altra perversione in voga è lo scambio delle password.

"Noi condividiamo TUTTO TUTTO". Anche il cervello è in comune, evidentemente. Uno in due.

Continuerei la rassegna con quelli che dopo tre giorni di storia aggiornano il loro social status sentimentale e sono tutt'a un tratto "fidanzati ufficialmente con". Bene oh, i colpi di fulmine esistono, chi sono io per affermare il contrario. Se dopo due mesi dal tuo fidanzamento ufficiale mi torni single, cancelli dalle amicizie il tuo promesso sposo (perché questo vuol dire in realtà "Fidanzato ufficialmente", anche se tu lo usi anche per i rapporti occasionali), ebbé ciccino, quello che ti posso dire è che ci piaci così eh, anzi se non sono matti non li vogliamo, però renditi conto che non puoi pretendere che ti pigliamo sul serio. Abbi pazienza. Ti accoppi e ti scoppi alla velocità di un Gran Premio, te ne rendi conto? Tra un po' ti servirà un album in stile Panini per mettere in ordine cronologico o boh, di affinità, tutte queste foto sbaciucchiose di "morosi/e" che hai collezionato.

Ultimi ma non per importanza, i serenanti moderni, quelli che in un'altra epoca forse ci avrebbero guadagnato in dignità sciorinando smancerie - magari accompagnate da buona musica - sotto la finestra dell'amata, che li avrebbe osservati dall'alto con occhi sognanti e promesse di amore eterno. Eterno sticazzi, poi, è un altro par di maniche. In ogni caso la scena avrebbe conservato l'essenza di privato romanticismo da immortalare in un quadro.

Ditemi oggi, che cavolo possiamo immortalare. Quel fesso che si piazza davanti al pc in pigiama - ammettiamo che abbia un proprio profilo Facebook e non condivida TUTTO TUTTO con la dolce metà - clicca sulla bacheca della metà in questione e le scrive un messaggino zuccheroso che al resto del mondo provoca la nausea? Che è, telemarketing amoroso? dai su. Che palle.

Mi sorge spontanea un'altra domanda: sono io la solita snob non in grado di apprezzare il romanticismo dei social network, o sono i social network che hanno cancellato il romanticismo?

Mi sento tanto Marzullo in questo momento, e questo non può che voler dire che al peggio non c'è mai fine.

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