martedì 9 ottobre 2012

SetteOttobre2012

E un secondo dopo, sono sopra la città dove vive uno dei grandi amori della mia vita, mia sorella.

Sono sopra la sua casa la sua testa e sopra i suoi bellissimi occhi castani. Sono diretta chez moi, alla mia di casa e mentre l'aereo continua il decollo io mi chiedo come sia possibile che riesca a volare con un carico così pesante di malinconia.
Mi ritrovo gli occhi luccicosi e un po' me ne vergogno un po' ne sorrido, rassegnandomi al fatto che alcune cose non cambieranno mai, quella sensazione agrodolce di lasciare ogni volta a terra un pezzo grosso di me spunterà fuori a ogni saluto.

E tutto quello che c'è da sapere è che per quanto io e lei possiamo avere vite e città diverse, nazioni addirittura, restiamo complementari e mi basterà un attimo perché l'appartamento che non ho mai visto diventi casa e unicamente per il motivo che lì dentro ci mangia e ci dorme lei, poco importa che sia dietro l'angolo o dall'altra parte del mondo.

Ho smesso di pensare a cosa ci accomuna e cosa ci differenzia, siamo simili e diverse per un milione di ragioni o forse per nessuna, è mia sorella ed è la persona che immagino al mio fianco una trentina di volte al giorno. E dire che per anni le nostre separazioni sono durate il tempo di una mattinata; il resto delle giornate lo passavamo a litigarci giocattoli e capricci, ma in fondo è sempre stato bello anche litigare per chiedersi scusa a vicenda mezz'ora dopo, con lo sguardo basso per poi rialzarlo subito e rivedersi con occhi diversi, più sorelle di prima, ammesso che sia possibile.

Con questa consapevolezza ci salutiamo ogni volta, prendiamo un aereo e proseguiamo i nostri giorni così, semplicemente in posti diversi, lontani mai.
Mi congedo allora, dopo un piantino discreto contro il finestrino dell'aereo, dalla mia Marina, dal suo caffè buono, dalle riflessioni sulla crescita dell'edera sul muro del terrazzo, dalla ruga di espressione delle sue sopracciglia involontariamente un po' corrucciate e dal suo ciao con la mano sulla porta, e mi congedo anche dalla bella Garonne e dall'intera Bologna francese.

À bientôt Toulouse.

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